Saturday, 29 October 2011

PALS & OSCE

Una gran parte della specialità è semplicemente cercare di capire e ricordare la serie interminable di sigle che vengono usate in modo quotidiano. L'ultima settimana è stata caraterizzata da due molto importanti.

Venerdì scorso ho dovuto fare un OSCE, ovvero Observed Structured Clinical Examination. Si tratta del modo pratico di valutare le nostre conoscenze mediche, relazione medico-paziente, bedside manners, ed esame clinico. In pratica ci mettono in una stanza per dieci minuti, con un attore che finge di essere un paziente e noi dobbiamo fare ciò che ci viene detto. Può essere l'esame completo della tiroide, raccogliere una breve anamnesi oppure dare dei consigli sulle diverse terapie disponibili. Nel frattempo c'è un medico seduto nell'angolino che si segna se tu hai risposto con precisione a tutti i criteri. E' stata la prima volta che ho dovuto farlo ed è estremamente stressante. Però devo dire che è stata un'esperienza interessante, che rimette costante in dubbio le tue certezze e ti costringe ad approfondire le tue conoscenze. Avremo dieci stazioni da fare ogni sei mesi, per prepararci all'esame di stato di pediatria.

Questo giovedì e venerdì ho invece seguito il corso di PALS, Pediatric Advanced Live Support, corso obbligatorio per la specialità in pediatria. Si tratta di due giorni interi in cui impariamo i principi di base della rianimazione pediatrica. In altre parole, impariamo a fare come George Clooney in ER, cercando di salvare qualche vita. Sono stati due giorni intensissimi, in cui dovevamo salvare pupazzi di plastica che respirano, aprono gli occhi, hanno un battito cardiaco e una sfortuna pazzesca, finendo in tutti i peggiori incidenti immaginabili. A turno prendiamo vari ruoli, facendo il massaggio cardiaco, preparando i farmaci, intubando, ma soprattutto, dirigendo la situazione e dando istruzioni a tutti gli altri membri del gruppo. Dobbiamo seguire degli algoritmi predefiniti, memorizzare le dosi dei farmaci usati più frequentemente, e soprattutto ricordare gli ABCDE (Airway-Breathing-Circulation-Disability-Exposure). In due giorni abbiamo cercato di salvare finti pazienti da 8 mesi a 17 anni, caduti dal sesto piano, che andavano a 90km/h in moto, che sono caduti su un sasso da un quad, con sepsi, miocardite, disidratazione, emorragie interne, lesioni spinali, status asmaticus, ecc...
Insomma, malgrado la sfiga stratosferica di questi poveri pupazzi, siamo riusciti a salvarli e a passare il corso. Apparentemente ora dovrei essere in grado di gestire una situazione di emergenza...

Anche se io non ne sono tanto sicura, soprattutto dopo aver partecipato in una situazione di emergenza vera. Ma questo ve lo racconterò un altro giorno.

Thursday, 20 October 2011

Back to Work

Dopo quel bellissimo fine settimana lungo a casa, a riposarmi, rilassarmi, passare del tempo con il mio amore, ecco che martedì era ora di tornare al lavoro. Quanto è stato difficile alzarmi martedì mattina... Sembra assurdo, ma dopo mesi senza un fine settimana libero, avere ben quattro giorni ti sembra una vacanza. Ora capisco perchè consigliano di prendersi una settimana di vacanza durante i primi tre mesi della specialità. Peccato che noi non potevamo farlo per via del periodo di prova.

In più sti Canadesi hanno la bella abitudine di alzarsi all'alba, anzi, mi correggo, di iniziare a lavorare ancora prima dell'alba! Ormai le giornate si fanno più corte, e i primi raggi di sole spuntano verso le 7, e il giro in ortopedia inizia alle 7.30, a volte anche prima. E molti dicono che siamo fortunati, perchè le specialità chirurgiche iniziano ancora prima dagli adulti. Per fare in modo di essere in sala operatoria per le 7-8, alcuni fanno il giro alle 6...

Comunque, a parte questo dettaglio al quale mi devo ancora abituare, sono molto contenta al lavoro. In questi pochi giorni ho potuto fare il mio primo gesso (ad una collega volontaria, ma vabbé) e sto acquistando fiducia nelle mie conoscenze ortopediche. Oggi per la prima volta ho visto un ragazzino con vari piccole varianti della norma (motivo principale per il quale i genitori consultano un ortopedico, ovvero "Pierino cammina con i piedi in dentro", "mi pare che abbia la schiena storta", "ha le gambe storte", ecc...) e sono riuscita a rassicurarli, consigliarli e rispondere a tutte le loro domande correttamente, in soli 7 giorni di ortopedia.

E' proprio vero che il primo anno di specialità is a steep learning curve.

Sunday, 16 October 2011

Autunno canadese




La nostra casina

E' solo una casina temporanea, l'ennesimo appartamento in affitto, ma è bellissima. E' bellissima innanzittutto perché è nostra, solo mia e sua. Perché è il nostro secondo nido d'amore, ma molto meglio del primo, senza dubbio.

Sto parlando del nostro appartamento al 22esimo ed ultimo piano. E' situato in un'ottima posizione: a metà strada tra il centro città e l'ospedale, esattamente davanti ad una fermata principale degli autobus, di fianco all'entrata dell'autostrada, ma comunque circondat0 da alberi, da un parco e da una pista ciclabile nel bosco. Pertanto è comodissima per andare da qualsiasi parte in bici (15 minuti per l'ospedale o il centro, usando due piste ciclabili che costeggiano un corso d'acqua, il fiume e il canale Rideau rispettivamente); in macchina o in autobus.

Poi ci sono i servizi. Essendo una palazzina così grande ci sono vari impianti e servizi che veramente ti cambiano la vita. Se qualcosa si rovina, in qualche giorno è sistemata. Se si rompe un tubo dell'acqua, c'è il servizio di emergenza 24 ore/24. Ti sei dimenticato il latte? c'è un negozietto, ovviamente carissimo, all'entrata del palazzo. Per non parlare della lavanderia, della piscina coperta, della sauna, della piccola palestra, dei due campi da squash e due campi da tennis, aperti fino alle 10 di sera tutti i giorni.

Ovviamente non tutto è perfetto, la zona non è delle più vivaci, in fin dei conti siamo tra l'autostrada e il fiume, per cui non c'è neanche un locale, c'è solo un piccolo bar e non c'è nessun supermercato vicino. Ma in compenso prendendo uno qualsiasi degli autobus che passa davanti casa siamo in centro in quattro fermate usando la corsia riservata, quindi niente traffico ne ritardi, neanche all'ora di punta.

Ieri sera abbiamo invitati degli amici a cena per la prima volta, e mi sono accorta di quanto siamo fortunati in questo appartamento. Non è sicuramente la nostra casa definitiva, ma è un'ottima soluzione temporanea.

Saturday, 15 October 2011

Infine un ponte

Wow. Un fine settimana lungo, non mi sembra vero.
Dopo 4 mesi di specialità, in cui siamo di guardia un fine settimana su due e in cui il mio tempo libero è stato distribuito, in ordine, tra: trasloco,  cugine dagli USA, cugina dall'Italia, resident retreat, shopping, sorellina a Montreal, Thanksgiving e ovviamente il mio amore, ho infine un fine settimana libero. Libero per studiare, ovviamente, ma comunque libero.

Sono riuscita, lavorando in alcune giornate festive (non per scelta mia, sia chiaro) ad avere questo weekend di quattro giorni. Ho già fatto pulizie di casa, cucinato, iniziato questo blog, aggiornato un po' la mia mail e facebook (ma sono ancora tanto tanto indietro e mi scuso con tutti coloro che mi hanno scritto mesi fa e ai quali non ho ancora risposto), pagato bollette, fatto sport, invitato i genitori e gli amici a cena, organizzato un po' di cose, comprato il biglietto per l'Italia per Capodanno (Dicembre 28 all'8 Gennaio, qualcuno ha programmi per Capodanno??) e appena finito il post mi metto a studiare per l'esamone di Novembre. Il tutto con la felpa dell'università McGill e i pantaloni della tuta presi in prestito all'ospedale. Per un attimo mi sento di nuovo studentessa.

Sto cercando di accumulare ore di sonno e di rilassarmi, dato che mi aspetta una seconda metà di Ottobre letteralmente massacrante, tra presentazione, test pratico, esame e corso di rianimazione pediatrica (PALS). Ovviamente tutti impegni che richiedono preparazione, studio e tempo. Ma ce la farò. Se sopravvivo fino al 3 Novembre si festeggia, ma solo dopo qualche ora di ben meritato riposo...

Ora vado, che lo studio mi chiama.

Thursday, 13 October 2011

Specialità in Canada, parte I

A grande richiesta, ecco qualche dritta su come si fa ad entrare in specialità in Canada, in modo molto breve e riassunto.

1. E' necessario un permesso di soggiorno, per il quale vi consiglierei di fare la richiesta con largo anticipo. Se volete ulteriori dettagli su questo fatemelo sapere, scriverò un post sul tema

2. Fare il test MCCEE, il quale, in un certo senso, concede l'equivalenza della propria laurea con quella Canadese, solamente ai fine dell'ingresso in specialità. Per poter fare questo test è necessario iscriversi sia al MCC (Medical Council of Canada) e a PCRC (Physician Credentials Registry of Canada), i quali richiedono una serie di documenti che devono essere firmati da un notaio o dal consolato canadese in Italia. Questi documenti devono essere compilati meticolosamente, specificano persino i criteri per la fototessera, al millimetro.
Questi documenti includono passaporto, diploma di laurea, voti dell'università e uno specifico modulo disponibile sul sito web. Il tutto con le corrispondenti traduzioni ufficiali
Una volta che tutti i documenti sono stati approvati, ci si può registrare per fare il MCCEE, e in seguito scegliere la data e la città. Io l'ho fatto a Milano, ma dovrebbe essere disponibili altre due città in Italia.

3. Iniziare il lungo e meticoloso processo di CaRMS (Canadian Residency Matching Service), il cui scopo è quello di accoppiare un'aspirante specializzando con un posto in una scuola di specialità attraverso il paese. Sono richiesti diploma di laurea, lettere di raccomandazione, curriculum vitae, lettere di presentazione, TOEFL, i voti del MCCEE (e del MCC QE1 se disponibile) e altri documenti, a seconda del programma e della provincia.
Se va tutto bene, entro novembre avreste finito questo processo, a dicembre-gennaio arrivano le convocazioni per i colloqui, i quali avvengono tra gennaio e febbraio. Se va tutto bene, avrete una serie di nuovi moduli da inviare e il primo luglio potete iniziare la specialità.

Questo è, in modo molto ma molto riassunto, il processo per entrare in specialità in Canada. Alcuni programmi richiedono anche di aver fatto il MCC QE1, che ha luogo solo in Canada. Direi che, in tutto, richiede almeno un anno di preparazione, probabilmente più vicino a due o tre, a seconda dei documenti che si hanno già a disposizione. Tuttavia, questo processo può essere iniziato quando si è ancora studente di medicina, permettendo di guadagnare mesi e anche anni.

Qualche link utile:
www.mcc.ca
www.pcrc.org
www.carms.ca
ma soprattutto, www.healthforceontario.ca, un servizio completamente gratuito che aiuta gli stranieri che vogliono lavoro in ambito medico in Canada, fantastico!

Lessico:
  • MCC: Medical Council of Canada
  • CaRMS: Canadian Resident Matching Service
  • PCRC: Physician Credential Registry of Canada
  • MCC EE: Medical Council of Canada Evaluating Examination, necessario per ogni laureato all'estero, si può fare anche come studente di medicina
  • MCC QE1: Medical Concil of Canada Qualifying Examination Part I, la prima parte, scritta, dell'esame di stato canadese. La maggior parte degli studenti canadesi la fanno tra la laurea e la specialità, ma si può fare anche durante la specialità.
  • MCC QE2: Medical Concil of Canada Qualifying Examination Part II, la seconda parte, pratica, dell'esame di stato canadese. I Canadesi in genere fanno questa parte durante il secondo anno della specialità, ma alcuni IMG la fanno prima di entrare in specialità.
  • IMG: International Medical Graduate, ovvero qualsiasi persona che abbia studiato medicina al di fuori del Canada e degli Stati Uniti, a prescindere dalla loro nazionalità.
  • TOEFL: Test of English as a Foreign Language

Block 4

Sono passati quasi quattro mesi da quando ho iniziato la specialità. Quasi quattro mesi da quando ho per la prima volta preso in mano il mio cercapersona, il mio badge e la mia fototessera, messo il mio stetoscopio intorno al collo e girato i corridoi dell'ospedale.

Qui descrivono il primo anno di specialità come a steep learning curve, in altre parole impari talmente tanto che a volte fai fatica a crederci. Mi stupisco quando ripenso a tutto quello che ho fatto in questi mesi, a tutto ciò che ho imparato e alla fiducia che ho guadagnato in me stessa.

La specialità qui è strutturata in blocks di quattro settimane. Più di un mese prima di iniziare la specialità abbiamo ricevuto il nostro orario per tutto l'anno, 13 blocchi di quattro settimane, ognuno in un reparto diverso ma sempre in ambito pediatrico. Il vantaggio di questo sistema è che riceviamo un'ottima formazione pratica nelle diverse sottospecialità che faranno di noi, si spera, bravi pediatri. Lo svantaggio è che appena inizi a sentirti a tuo agio in un reparto, è ora di cambiare. Ma forse è proprio questo il miglior modo per imparare, pushing us outside of our comfort zone.

Il pimo blocco ero in pneumologia, finivo in media alle 7 di sera, mi perdevo nei corridoi dell'ospedale, non sapevo dove trovare i moduli, le cartelle, non sapevo come fare un ricovero, come dettare una lettera.

Il secondo blocco ero al pronto soccorso pediatrico. 15 turni di 8 ore in 28 giorni, alternando mattino, pomeriggio, notte. Qui non ci sono più sottospecialità, vedi di tutto. E' stato bello tornare a fare anche qualche attività pratica, che mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni. Estrarre corpi estranei dalle orecchie e ridurre gomiti lussati sono state sicuramente le mie attività preferite. Ma mi sono scoperta anche portata a rassicurare i genitori che si presentano in PS con problemi minori. La più grande difficoltà è stata quella di adattarmi agli orari, mi sentivo in continuo jet lag.

Il terzo blocco è stato in uno dei tre reparti. Evito i commenti per il momento su questa esperienza, perchè l'ultimo giorno non ero ancora sicura di essere riuscita ad entrare nel ritrmo frenetico ed impegnato dei reparti canadesi.

Il quattro blocco è diviso in due: anestesia e ortopedia. Anestesia è stata bellissima ma troppo breve. Mi sono scoperta un talento per l'intubazione, sia orale che nasale. In compenso, sarò riuscita ad inserire 5 agocannule in due settimane, un risultato disastroso. E pensare che non ero neanche tanto male in Europa... Saranno i bambini cicciottelli, saranno le agocannule diverse, sarà che tutti hanno mille consigli da darti quando forse dovresti seguire il tuo istinto, fatto sta che ho veramente un grande bisogno di migliorare le mia tecnica.
Infine, ora sono ad ortopedia. Definitivamente non l'area in cui mi sento più a mio agio, ma almeno sto imparando a leggere radiografie e a distinguere i diversi tipi di gessi. Ma ho ancora tanto da imparare.

Posso dire che rispetto all'inizio ora non mi perdo più nei corridoi, ho scoperto l'unica scala dell'ospedale che porta a tutti i piani, riesco a dettare una lettera in un tempo decente, anche se mi vergogno ancora di farlo in pubblico e faccio mille errori, ho capito come fare per portare in giro il contenuto delle tasche del mio camice in un paese dove non si porta il camice, e il mio inglese sta migliorando piano piano. Senza dubbio, ho ancora tanto da imparare, tanto da migliorare e tanto da perfezionare, ma direi che ho fatto già dei passi da gigante.

Definitivamente si impara tanto e in fretta nel primo anno di specialità.

Primo post

Sono una persona fortunata.

Ho avuto l'occasione nella vita di viaggiare spesso, di vivere in luoghi nuovi, di conoscere diverse lingue e culture. Ma la mai più grande fortuna sono le persone care che ho in giro per il mondo. Sono circondata da amici e famiglia che anche a distanza mi fanno sentire speciale, amata e protetta. Da persone fantastiche che mi regalano la loro pazienza, sopportando i miei ritardi cronici e i miei mille impegni. Che mi sostengono in ogni mia scelta e nuova avventura. Che mi fanno spesso arrossire con la loro immeritata ammirazione. Ma soprattutto, che mi hanno dato l'occasione di conoscerli e mi hanno fatto dono della loro amicizia e del loro affetto, entrando nella mia vita per sempre.
Sono mesi che penso al miglior modo per tenermi in contatto con tutte queste persone che mi stanno tanto a cuore, e sono arrivata alla conclusione che forse questo blog è il modo migliore per sentirvi vicini, anche a distanza.

Se chi trova un amico trova un tesoro,  la mia ricchezza è inestimabile.